Huang Di: “ho sentito dire che gli uomini antichi vivevano fino a 100 anni. Ai nostri giorni l’Uomo a malapena raggiunge i 50 anni ed è già esaurito. Questo è dovuto a circostanze avverse o è dovuto ad errori degli uomini?
Qi Bo: nell’ antichità coloro che conoscevano il Dao imitavano lo yin e lo yang e si mettevano in armonia con l’energia universale. Erano moderati nell’alimentazione e negli spostamenti e lavoravano senza eccesso. Per questo conservavano il corpo e lo spirito, vivevano seguendo il loro destino e morivano dopo i 100 anni.
Ai nostri giorni non è così. Si ha l’abitudine di prendere il vino per acqua, l’anormale per normale, avendo rapporti sessuali in stati di ubriachezza, causando così l’esaurimento del Jing e dell’energia essenziale del corpo. Non si pensa ad avere cura né del Jing né dello Shen. Non si pensa che a soddisfare il cuore. Si viaggia senza misura. Per questo arrivati alla cinquantina si è già esauriti”.
Questo testo fa parte del Huang Di Nei Jin Su Wen, un testo antico di medicina Cinese in cui vengono espressi i concetti chiave della teoria dei meridiani e dell’agopuntura sotto forma di dialogo tra L’imperatore Giallo Huang Di e il suo medico Qi Bo.
Quello che si può notare in questo dialogo è l’attenzione che gli antichi portavano al Dao, ovvero la Via Naturale. Per loro era fondamentale osservare la natura in quanto regolava molto più di adesso le nostre vite. Sebbene le prime copie del Su Wen che ci sono arrivate risalgano al periodo degli stati combattenti (più di 2000 anni fa), possiamo notare come già la natura dell’uomo di cercare di differenziarsi dalla natura stessa fosse già molto espressa.
Già all’epoca infatti si parla di una popolazione “moderna” che non segue le regole della Natura e che a causa di questo ne soffre come salute.
Osservando la natura, ci si rende conto dell’esistenza di fenomeni ritmici che coprono archi di tempo di diversa lunghezza. Si va da ritmi brevi come quelli della respirazione o del battito cardiaco, a fenomeni che durano ore come i cicli sonno/veglia o l’apertura dei fiori, fino ad eventi della durata di mesi o anni, come nel caso del letargo, o degli equilibri preda/predatore. Esistono poi altri ritmi nascosti all’osservazione diretta, come i ritmi dell’attività cerebrale, della secrezione ormonale e l’attività dei geni a livello delle singole cellule.
Buona parte di questi ritmi sono stati notati già nell’antichità e nella concezione Taoista vengono espressi come l’equilibrio dinamico di Yin e Yang.
Yin e Yang sono molto più complessi di quanto ci si possa aspettare anche se apparentemente sono molto semplici e vengono identificati con un disegno di una goccia bianca con un puntino nero che insegue una goccia nera con un puntino bianco. In questo disegno molto semplice si possono comprendere i meccanismi che regolano il nostro universo fino anche a comprendere le leggi dell’entropia.
Stando più con i piedi per terra possiamo comprendere come questo disegno derivi dal semplice alternarsi del giorno e della notte con i pallini che rappresentano le fasi di passaggio dei crepuscoli.
Un animale qualsiasi, un sistema biologico, per sopravvivere ha bisogno di regolare il suo ambiente interno con quello esterno e se riesce a rendere automatici alcuni di questi meccanismi regolatori, allora ha delle possibilità di sopravvivenza maggiori. Gli organismi che sono riusciti, in qualche modo, a sfruttare l’alternanza della luce e del buio per regolare i propri meccanismi interni hanno avuto un vantaggio su tutti gli altri e sono praticamente la maggior parte degli enti che rappresentano la vita sul pianeta.
Ci domandiamo dunque: come fa un sistema biologico a “tenere il tempo”? Alcuni fenomeni sono legati ai movimenti del nostro pianeta, come nel caso dei ritmi sonno/veglia, correlati all’alternanza del giorno e della notte, o i tempi del letargo legati alle diverse stagioni. Si tratta dunque di una semplice risposta a stimoli esterni come luce e temperatura? In tal caso come spiegare fenomeni della durata di secondi, poche ore, o di diversi giorni?
L’osservazione del fatto che i ritmi circadiani esistono in quasi ogni specie portò molti scienziati a chiedersi se esistesse un “orologio” anatomicamente ben definito nell’organismo. I primi esperimenti a riguardo permisero di trovare la localizzazione dell’orologio centrale in varie specie di insetti e molluschi, ed in fine anche nei mammiferi. Esso è situato a livello di una zona del cervello chiamata ipotalamo, in particolare nella regione nota con il nome di nucleo soprachiasmatico (SCN). L’SCN fu identificato all’inizio degli anni ’70, grazie ad esperimenti che mostrarono che, se questa zona è danneggiata, si osserva una perdita dei ritmi circadiani. La ritmicità circadiana si ritrova anche a livello dell’attività elettrica delle singole cellule (neuroni) che lo compongono. Sorprendentemente, anche quando i neuroni del SCN vengono isolati e fatti crescere in una situazione artificiale in vitro, continuano a mantenere l’attività ritmica anche per diversi giorni.
Le affascinanti caratteristiche dell’SCN generarono la convinzione che fosse l’unica sede dei ritmi circadiani. Questo (mai dimostrato) “dogma” venne in seguito smentito, dimostrando che esistono anche “orologi periferici” a livello di diversi organi, che sono modulati dall’orologio centrale. Infatti, é possibile mostrare ritmi circadiani nel fegato, nell’ipofisi, nel cuore, nei reni ed in molti altri tessuti.
La luce e il buio
In generale non tutti i ritmi del nostro corpo sono regolati dalla luce in modo diretto, ma sicuramente il ritmo luce e buio fa da substrato per tutta la nostra regolazione.
Nel momento in cui la luce entra nell’occhio, attraverso il Nervo Ottico raggiunge il centro sovrachiasmatico (il chiasma ottico è la zona in cui il nervo ottico di sinistra si incrocia con quello di destra). Da lì è come se il cervello sapesse che ora è e cosa bisogna fare.
La luce blu del cielo diurno (la lunghezza d’onda tra i 400 e i 500nm) informa il cervello che è ora di produrre Ormoni che favoriscano l’allerta (cortisolo ad esempio) in modo da poter cacciare ed evitare di diventare preda. Questo ormone quando è presente per troppo tempo nel nostro corpo genera quello che conosciamo oggi come STRESS.
Alla sera prevale una luce rossa-infrarossa con lunghezza d’onda tra i 600 e i 700 nm. La luce del tramonto. Il nostro Cervello ha imparato a sfruttare questa luce per produrre Melatonina che va a contrastare il cortisolo e permette poi il riposo serale.
Nella nostra epoca cellulari, computer e Schermi di ogni tipo sono presenti fino a tarda notte e spesso abbiamo anche Led con luce molto brillante. I dispositivi come il telefono e il pc hanno una luce che si avvicina molto alla lunghezza d’onda diurna e che quindi tende a “svegliare” il Cervello facendo continuare la produzione di cortisolo anche in quelle ore in cui non sarebbe necessario. Potete capire da soli come mai moltissimi hanno difficoltà a dormire e soprattutto come mai molti bambini inizino a soffrire di insonnia con sempre più frequenza.
Le alterazioni del sonno sono state messe in relazione con la facilità ad avere diabete anche perchè il Cortisolo attivato in continuazione grazie agli schermi va ad alterare il comportamento dell’insulina. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35616501/
Ovviamente la qualità del sonno si riflette moltissimo anche sulla sensibilità del cervello agli stimoli che riceve: è come quando avete un rumore fastidioso continuo in sottofondo… normalmente si diventa intrattabili e si risponde male a qualsiasi stimolo (anche un semplice saluto). Allo stesso modo se il Sistema nervoso centrale è disturbato dal troppo stress e dal dormire male, risponderà facilmente con allarme ovvero Dolore.