Osteoporosi e Astronauti - Luca Pella

Osteoporosi e Astronauti

Come la Ricerca nello Spazio Rivoluziona la Salute delle Ossa: Nuovi Studi Promettenti

Lo spazio rappresenta una sfida estrema per la salute umana, specialmente per le ossa. La microgravità, caratteristica unica delle missioni spaziali, riduce drasticamente il carico meccanico necessario al mantenimento della densità ossea, accelerando la perdita scheletrica fino a 12 volte rispetto a quanto avviene sulla Terra. Questo fenomeno non solo espone gli astronauti a maggiori rischi di fratture durante le missioni, ma influisce anche sulla loro salute ossea a lungo termine. Tuttavia, la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) si sta dimostrando un laboratorio ideale per sviluppare nuove soluzioni a questo problema, con potenziali benefici anche per i pazienti terrestri affetti da malattie muscolo-scheletriche.

Da qui ovviamente usciranno nuove terapia per tutti.

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Una Molecola Ingegnerizzata per Combattere la Perdita Ossea

Recentemente, un team di ricercatori dell’Università della California di Los Angeles (UCLA) e del Forsyth Institute ha sviluppato un nuovo composto basato sulla molecola Nell-like molecule-1 (Nell-1), nota per il suo ruolo nel mantenimento della densità ossea. Attraverso un’innovativa ingegnerizzazione, la molecola è stata potenziata per aumentarne l’efficacia e prolungarne l’emivita, passando da 5,5 a 15,5 ore. Questo miglioramento consente una maggiore durata d’azione nel sangue e un impatto più significativo sulla formazione del tessuto osseo, senza effetti collaterali evidenti.

La molecola modificata, denominata Bp-Nell-Peg, è stata sottoposta a test approfonditi sulla Terra, confermandone l’efficacia. Successivamente, nel 2017, i ricercatori hanno portato gli esperimenti direttamente nello spazio, utilizzando la missione CRS-11 di SpaceX per trasportare i materiali necessari alla ISS.

Esperimenti nello Spazio: Risultati Promettenti

Gli studi condotti nello spazio hanno coinvolto tre gruppi di topi:

  1. Gruppo in microgravità per 9 settimane, simulando un lungo viaggio spaziale.
  2. Gruppo di rientro dopo 4,5 settimane di microgravità.
  3. Gruppo di controllo terrestre, rimasto al Kennedy Space Center in Florida.

A tutti i gruppi è stata somministrata la molecola Bp-Nell-Peg. I risultati sono stati sorprendenti: tutti i topi trattati hanno mostrato un significativo aumento della formazione ossea rispetto ai gruppi di controllo, indipendentemente dall’ambiente (spaziale o terrestre). Inoltre, non sono stati osservati effetti collaterali sulla salute generale dei soggetti.

Implicazioni per la Salute Umana

Se i futuri studi sugli esseri umani confermassero questi risultati, Bp-Nell-Peg potrebbe diventare una soluzione rivoluzionaria per contrastare la perdita di massa ossea e i disturbi muscolo-scheletrici. Questo composto potrebbe essere particolarmente utile durante missioni spaziali prolungate, dove l’allenamento fisico convenzionale non è sempre praticabile. Ad esempio, situazioni di infortuni o limitazioni logistiche renderebbero indispensabili soluzioni alternative come questa molecola innovativa.

L’Esercizio Fisico: Una Palestra Spaziale Essenziale

Fino ad oggi, l’esercizio fisico rappresenta la strategia principale per mitigare la perdita ossea nello spazio. Attrezzature specifiche sulla ISS, come tapis roulant e macchine a resistenza, sono progettate per simulare il carico meccanico necessario a mantenere la salute delle ossa. Tuttavia, questa soluzione non è sempre applicabile, ed è qui che una molecola come Bp-Nell-Peg potrebbe fare la differenza.

La paura di Muoversi: Kinesiofobia

Purtroppo spesso la cura dell’Osteoporosi non port ai risultati sperati. Questo probabilmente perché si affida a due concetti che però non sono assolutamente basati sulle evidenze scientifiche e cliniche:

  • Integrazione della Vitamina D con farmaci come il Di Base o altri. La Vitamina D ha un ruolo importante nel metabolismo dell’osso ma da sola non serve assolutamente a niente.
  • Evitamento del carico e degli sforzi con la paura di rompersi. Anche questo sappiamo essere inutile e anzi controproducente (vista l’esperienza degli astronauti) e anzi instaura un meccanismo legato alla paura del movimento che peggiora molto i vari dolori

Un Passo Avanti nella Medicina Spaziale e Terrestre

La ricerca su Bp-Nell-Peg non è solo una speranza per gli astronauti, ma apre nuove prospettive per la cura delle malattie ossee sulla Terra, come l’osteoporosi e altre patologie degenerative. L’integrazione di conoscenze derivate dallo spazio nella medicina terrestre potrebbe rappresentare un punto di svolta per milioni di persone.

Bibliografia

https://www.osteoporosis.foundation/esa-lift-off-for-bone-health/message-1-it

https://www.nature.com/articles/s41598-022-13461-1

https://www.globalscience.it/46102/dallo-spazio-una-possibile-terapia-contro-losteoporosi/

quali tecniche potrebbero essere indicate in questo caso?

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