L’attività fisica è universalmente considerata benefica per la salute, ma non sempre è così. Il cosiddetto paradosso dell’attività fisica mette in discussione questa convinzione, dimostrando che non tutte le forme di movimento portano benefici. Mentre l’esercizio fisico nel tempo libero è generalmente salutare, l’attività fisica lavorativa (OPA, occupational physical activity) può essere dannosa e persino aumentare il rischio di problemi di salute.
Che cos’è il paradosso dell’attività fisica?
Il paradosso si riferisce all’osservazione che i lavoratori impegnati in attività fisiche manuali, come operai, magazzinieri o addetti alle pulizie, spesso mostrano una salute cardiovascolare peggiore rispetto a chi svolge un lavoro sedentario. Questo accade nonostante il loro elevato livello di movimento giornaliero, contraddicendo l’idea comune che più attività fisica equivalga automaticamente a maggior benessere.
Perché l’attività fisica lavorativa è meno salutare?
1. Durata e intensità sbilanciate
L’attività fisica lavorativa è spesso caratterizzata da uno sforzo prolungato ma di bassa intensità, che non stimola il sistema cardiovascolare in modo adeguato per migliorare la forma fisica.
2. Mancanza di riposo
Le lunghe ore di lavoro senza pause adeguate impediscono il recupero necessario per il corpo, compromettendo i processi rigenerativi e aumentando il rischio di sovraccarico.
3. Effetti su pressione e frequenza cardiaca
Le mansioni fisiche, come il sollevamento di pesi o le posture statiche prolungate, possono mantenere elevati i livelli di pressione sanguigna e frequenza cardiaca per periodi prolungati, un fattore di rischio per malattie cardiovascolari. Il mantenimento di questi parametri alterati per lungo tempo contrasta quello che è l’indice di salute per eccellenza ovvero la variabilità cardiaca (HRV).
4. Infiammazione e stress
Lo stress fisico cronico dovuto a movimenti ripetitivi e posture scomode può aumentare i livelli di infiammazione, favorendo problemi cardiovascolari e ormonali.
5. Mancanza di controllo
A differenza dell’attività fisica nel tempo libero, l’attività lavorativa non è autoregolata: il lavoratore ha poco controllo su ritmi, carichi e condizioni ambientali, aumentando stress e rischio di infortuni.
Attività fisica lavorativa vs. nel tempo libero
L’attività fisica nel tempo libero (LTPA, leisure-time physical activity) offre benefici significativi grazie a:
- Intensità mirata: Include esercizi strutturati con sforzi moderati o elevati.
- Recupero adeguato: Prevede periodi di riposo tra le sessioni, favorendo l’adattamento del corpo.
- Effetti emotivi positivi: Riduce lo stress e migliora il benessere generale.
Al contrario, l’attività fisica lavorativa manca di organizzazione e recupero, portando a un deterioramento della forma fisica e a rischi per la salute.
Cosa dicono gli studi?
Una ricerca su oltre 104.000 persone ha evidenziato che:
- L’attività fisica nel tempo libero riduce il rischio cardiovascolare e la mortalità:
- Moderata intensità: -10%
- Alta intensità: -18%
- L’attività fisica lavorativa è associata invece a un aumento del rischio cardiovascolare:
- Dal +16% al +35% a seconda dell’intensità.
Come proteggersi? Raccomandazioni utili
- Integra attività fisica di qualità: Introduci esercizi specifici durante il tempo libero per contrastare gli effetti negativi del lavoro fisico.
- Nello Specifico attività fisica come le HIIT possono essere la soluzione migliore
- Adatta le mansioni: Se possibile, varia i compiti per ridurre lo stress su specifici gruppi muscolari e articolazioni.
- Fai pause regolari: Prevedi momenti di recupero anche durante la giornata lavorativa.
- Consulta un esperto: Un professionista del movimento o un fisioterapista può aiutarti a bilanciare i carichi e prevenire danni a lungo termine.
Conclusione
Non tutta l’attività fisica è benefica. L’OPA, se non gestita correttamente, può avere effetti negativi sulla salute. Integrare esercizi mirati e gestire il recupero sono passi fondamentali per contrastare il paradosso dell’attività fisica e migliorare il benessere complessivo.
Bibliografia
Martin Halle, Melanie Heitkamp, Prevention of cardiovascular disease: does ‘every step counts’ apply for occupational work?, European Heart Journal, Volume 42, Issue 15, 14 April 2021, Pages 1512–1515,
Andreas Holtermann, et al., The physical activity paradox in cardiovascular disease and all-cause mortality: the contemporary Copenhagen General Population Study with 104 046 adults, European Heart Journal, Volume 42, Issue 15, 14 April 2021, Pages 1499–1511.
https://www.depascalis.net/blog/il-paradosso-dellattivita-fisica-quando-essere-sedentari-e-quasi-meglio/