La debolezza muscolare dopo un trauma articolare è nota per essere una manifestazione complessa di eventi neurologici e morfologici che interferiscono direttamente con la capacità del sistema di comunicare e regolare la salute del muscolo. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32866081/
In poche parole, sappiamo bene che dopo un trauma avvenuto all’articolazione e per estensione tutti gli interventi chirurgici a carico di una articolazione hanno poi il problema della debolezza muscolare.
Ma come mai avviene questo??
Spesso ci viene detto che il muscolo scende per il NON USO in seguito al trauma, ma la realtà è più complessa perché ci vuole molto più tempo di non uso per perdere così tanta massa e forza muscolare. Ci sono in realtà delle risposte neurologiche che portano questa debolezza in tempi molto brevi e che rendono più difficile il recupero.
📸 La seguente figura di Lepley et al (2023, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37093645/) rappresenta in modo chiaro gli eventi in un muscolo sano (a sinistra) e in un muscolo dopo un trauma articolare (a destra). L’immagine è stata tradotta per semplificare la lettura.
👉 Lato sinistro: La propagazione del potenziale d’azione (AP) lungo il motoneurone alfa (alpha-MN) porta alla depolarizzazione postsinaptica, al rilascio di calcio (Ca2+), e alla creazione di Ponti trasversali all’eterno del sarcomero che permettono l’accorciamento e quindi la contrazione muscolare. La creazione di tensione meccanica durante la contrazione attiva/mantiene i percorsi dell’omeostasi muscolare.
👉 Lato destro: Dopo il trauma, la mancanza di propagazione del potenziale d’azione interferisce con l’equilibrio del calcio (Ca2+), inibendo la rimozione della tropomiosina dai siti di legame con la miosina e altri processi regolatori che interferiscono con il ciclo dei ponti trasversali. Ciò porta a una disfunzione contrattile e disturba l’equilibrio omeostatico necessario per il mantenimento della qualità e della quantità del tessuto muscolare.
Ma nella pratica cosa succede?
In pratica succede che quando vedo un paziente che subito un trauma al ginocchio ad esempio oppure una operazione per ricostruire un crociato o un menisco sarà a volte molto difficile far fare i movimenti e le contrazioni giuste in quanto il paziente è come se non sapesse più come attivare il muscolo in esame.
Più siamo vicini al trauma e più questa inibizione è riscontrabile, ma in alcune persone persiste anche nei giorni dopo rendendo la riabilitazione più difficile.
E’ possibile fare qualcosa per migliorare le cose in fretta?
Assolutamente si per fortuna!!
Ci sono 2 cose importanti per fare in modo che questa fase sia più veloce e meno impattante:
- Allenarsi. Mantenere la muscolatura allenata. E’ facilmente riscontrabile come i soggetti allenati riescono ad attivare la muscolatura molto prima dopo un trauma o un operazione. Questo ci porta anche a capire come sia rilevante effettuare un programma di esercizi ben studiato prima di un intervento chirurgico quando si può.
- Contrazioni Eccentriche. E’ una delle modalità in cui può lavorare il muscolo. Per spiegare meglio di cosa si tratta possiamo dire che è la contrazione di tenuta: cioè il muscolo si contrae ma allo stesso tempo deve allungarsi. Ad esempio quando scendiamo la scala, la gamba che resta indietro deve contrarsi, ma allo stesso tempo deve piegare il ginocchio effettuando una contrazione eccentrica.
⬇🏋♂🏋 Secondo gli autori, soprattutto le contrazioni muscolari eccentriche sono in prima fila per il trattamento della debolezza muscolare dopo un trauma articolare (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37093645/):
🧠 Rispetto alle contrazioni concentriche, ovvero le normali contrazioni muscolari (il bicipite si contrae in modo concentrico portando in chiusura il gomito), le contrazioni eccentriche aumentano probabilmente l’eccitabilità corticale tramite un riflesso transcorticale legato all’allungamento che si attiva per controllare un muscolo allungato (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/1709536/).
Quindi sfruttando il riflesso detto di Stretch Reflex, porta il muscolo a contrarsi più facilmente.
🧠 L’allenamento con esercizi eccentrici porta a adattamenti benefici a livello spinale, poiché un aumento indotto in modo eccentrico dell’eccitabilità corticale è stato trovato causare una diminuzione netta dell’inibizione presinaptica (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23429873/). Questa diminuzione dell’inibizione presinaptica potrebbe contribuire a migliorare il reclutamento neurale e potenzialmente contrastare i segnali inibitori che derivano dall’articolazione infortunata.
In pratica l’esercizio eccentrico è un esercizio che richiede un maggior controllo e una maggior sensibilità del sistema nervoso e quindi riesce a migliorare il lavoro muscolare in più breve tempo.
Bibliografia
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23429873/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10751098/, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16315321/, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17095929/, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18765796/, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15802564/, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22004752/)