Musica, Fisioterapia e Parkinson: come il ritmo guida il movimento - Luca Pella

Musica, Fisioterapia e Parkinson: come il ritmo guida il movimento

Introduzione

La musica è molto più di un semplice insieme di note: è un linguaggio che plasma il nostro tempo, creando una gerarchia di ritmi che il cervello utilizza come guida per il movimento. Come recita un celebre aforisma, “Musical rhythms are trees in time”, un’immagine poetica che ci invita a riflettere su come i ritmi possano essere la base per nuovi movimenti e per una trasformazione nella percezione di sé. In quest’ottica, la musicoterapia si rivela uno strumento innovativo, soprattutto nel contesto del Parkinson, dove la difficoltà nel coordinare il movimento può essere parzialmente compensata da stimoli ritmici ben strutturati.

In questo articolo esploreremo il potere del ritmo, analizzando sia le basi neurofisiologiche che le evidenze scientifiche, con particolare riferimento alla sistematica revisione di Machado Sotomayor et al. (2021) che ha esaminato gli studi sul tema dal 2015 al 2020.


Il Potere del Ritmo: L’Albero nel Tempo

Il concetto di “albero nel tempo” ci ricorda che i ritmi musicali non sono solo suoni, ma strutture che il nostro cervello usa per organizzare il movimento.

Il nostro corpo si basa su ritmi di ogni genere tra cui i Ritmi Circadiani

Anche se non muoviamo il corpo in modo esplicito, l’ascolto della musica attiva il sistema premotorio, predisponendoci a rispondere in maniera coordinata. Questo fenomeno, definito “entrainment motorio”, è particolarmente significativo per chi convive con disordini del movimento, come nel caso del Parkinson.

Le ricerche indicano che la percezione del ritmo è intrinsecamente cinestesica: ascoltare la musica significa anche “sentire” il movimento, in una sorta di dialogo continuo tra le reti uditive e motorie del cervello. Studi come quelli di Fitch (2013) e Cheng et al. (2022) hanno messo in luce come il cervello distingua tra il “pulse” regolare e la struttura gerarchica del ritmo, facilitando la pianificazione e l’esecuzione dei movimenti.

musica e morbo di parkinson la fisioterapia si arricchisce con il ritmo

Musicoterapia nel Parkinson: Evidenze e Benefici

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da alterazioni del movimento, come la riduzione della lunghezza del passo, il freezing e la perdita del ritmo nella deambulazione. Qui entra in gioco la musicoterapia, che utilizza stimoli ritmici per migliorare non solo il movimento, ma anche aspetti emotivi, sociali e cognitivi.

Le Evidenze Scientifiche

Un’importante revisione sistematica condotta da Machado Sotomayor et al. (2021) ha analizzato 58 studi pubblicati tra il 2015 e il 2020, classificandoli in quattro aree:

  • Effetti sullo Spettro Motorio (29 studi):
    L’utilizzo di stimoli come il Rhythmic Auditory Stimulation (RAS) ha dimostrato di migliorare parametri chiave del cammino – velocità, lunghezza del passo e stabilità posturale – riducendo il fenomeno del freezing e il rischio di cadute. Interventi che integrano la musica nella terapia fisica risultano efficaci anche per il miglioramento della coordinazione e della mobilità.
  • Effetti sullo Spettro Sociale e Comunicativo (10 studi):
    Le attività di canto, sia individuali che di gruppo, hanno migliorato la qualità vocale e la funzione respiratoria. Il canto, infatti, stimola le aree del cervello legate al linguaggio e alla comunicazione, contrastando l’isolamento sociale che spesso accompagna il Parkinson.
  • Effetti sullo Spettro Emotivo (13 studi):
    La musicoterapia aiuta a migliorare l’umore, a ridurre i sintomi depressivi e a rafforzare la motivazione. L’ascolto e la partecipazione a sessioni musicali favoriscono una sensazione di benessere e supportano il legame emotivo, elemento cruciale per l’aderenza alla terapia.
  • Effetti sullo Spettro Cognitivo (6 studi):
    Interventi musicali, come il training al pianoforte o il canto, mostrano un potenziale nel migliorare le funzioni esecutive, l’attenzione e la memoria di lavoro, benché sia necessario un impegno continuativo per mantenere tali benefici.

Modalità di Intervento

La musicoterapia nel Parkinson si articola in diverse modalità, tra cui:

  • Esercizi Ritmici Guidati:
    Camminate e movimenti eseguiti in sincronia con la musica aiutano a “riattivare” il sistema motorio, migliorando l’equilibrio e la deambulazione.
  • Sessioni di Ascolto Attivo e Immaginazione:
    Anche senza muoversi fisicamente, l’ascolto focalizzato del ritmo attiva il sistema premotorio, preparando il corpo a rispondere in modo coordinato.
  • Interventi di Gruppo:
    Laboratori di canto e attività vocali favoriscono la comunicazione, migliorano la funzione respiratoria e creano un ambiente di supporto sociale, fondamentale per il benessere psicofisico.

Conclusioni

La musica, grazie al suo potere di creare un “albero nel tempo” che struttura il movimento, si rivela un alleato prezioso nella gestione del Parkinson. Le evidenze scientifiche confermano che la musicoterapia non solo migliora i parametri motori, ma apporta benefici significativi anche sul piano emotivo, sociale e cognitivo. L’integrazione di stimoli ritmici nella riabilitazione offre un approccio olistico che può completare le terapie farmacologiche tradizionali, migliorando la qualità della vita dei pazienti.

La revisione sistematica di Machado Sotomayor et al. sottolinea l’importanza di continuare la ricerca in quest’area per affinare i protocolli terapeutici e personalizzare gli interventi in base alle specifiche esigenze dei pazienti. La musica diventa così non solo un mezzo per “sentirsi” vivi, ma anche uno strumento terapeutico in grado di “riaccordare” il ritmo del corpo.

Bibliografia

Machado Sotomayor et al. (2021)
Music Therapy and Parkinson’s Disease: A Systematic Review from 2015–2020
https://doi.org/10.3390/ijerph182111618

Fitch, W.T. (2013)
Rhythmic cognition in humans and animals: distinguishing meter and pulse perception
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnsys.2013.00068/full

Cheng et al. (2022)
How Do You Feel the Rhythm: Dynamic Motor-Auditory Interactions Are Involved in the Imagination of Hierarchical Timing
https://www.jneurosci.org/content/42/3/500

Arastu et al. (2022)
Perspectives of Circadian-Based Music Therapy for the Pathogenesis and Symptomatic Treatment of Neurodegenerative Disorders
https://www.frontiersin.org/journals/integrative-neuroscience/articles/10.3389/fnint.2021.769142

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