step 1
VALUTAZIONE INIZIALE
La valutazione iniziale è fondamentale per decidere il percorso più adatto da seguire, in base al proprio obiettivo.
Tale fase si valutazione si compone di differenti momenti da svolgere insieme al paziente:
Anamnesi
ovvero la storia clinica del paziente
Test clinici Passivi
ortopedici e fisioterapici
Test clinici Attivi
in cui verranno valutate le difficoltà di movimento nel quotidiano
Test clinici Attivi
di controllo motorio più specifico nel caso di gesti atletici
step 2
ALLENAMENTO
L’unione di Manipolazione Fasciale e tecniche orientali come la Moxibustione per gestire al meglio la fase infiammatoria e ridurre il dolore
Fase 2: Aumento della Funzionalità
Alla Manipolazione Fasciale vengono aggiunte tecniche di terapia manuale per migliorare l’escursione articolare e vengono insegnanti gli esercizi di base per gestire il problema.
Fase 3: Stabilizzazione dei risultati ottenuti
Si passa a un tipo di esercizi avanzati e personalizzati che hanno l’obiettivo di aumentare la resistenza del corpo per poter evitare di incorrere nuovamente nello stesso problema o di poterlo gestire in autonomia se stiamo parlando di patologie croniche
Fin da subito la persona verrà educata nella corretta gestione delle attività quotidiane in relazione alla fase in cui si trova.
Spesso mi trovo a dover aiutare le persone a gestire un dolore o una disfunzione che li affligge da diverso tempo.
IMPARIAMO DALLA STORIA
Il primo modo in cui posso essere utile è ASCOLTARE LA LORO STORIA. Questo diventa importante perché solo in questo modo possiamo renderci conto di quale sia la causa del disturbo e soprattutto posso comprendere quanto il problema sia importante per la persona e in quali ambiti della sua vita si ripercuota rendendoli difficoltosi: ad esempio se a causa di un dolore al braccio una signora non riesce più a prendere in braccio i nipotini.
METTIAMO INSIEME I PEZZI
Ascoltando la storia della persona e avendo chiaro il suo passato e le problematiche che ha avuto o che a volte ha ancora, possiamo accorgerci di alcuni collegamenti che possono non essere messi subito in correlazione con il dolore in atto, ma che per migliorarlo nel lungo termine sarà indispensabile affrontare. Mi capita spesso che nella storia di un mal di schiena si trovi anche una distorsione o operazione al ginocchio o alla caviglia che nonostante siano passati molti anni si fanno ancora sentire; in questi casi giocare a tennis con un ginocchio che da ancora molto fastidio può portare dei compensi a livello della schiena durante i movimenti rapidi propri di questo sport. L’articolazione interessata sarà importante da tenere in considerazione per permettere alla persona di risolvere in modo più duraturo i suoi problemi.
ELABORIAMO UNA STRATEGIA
Una volta compresa la provenienza e la causa del disturbo si cerca, insieme al paziente, la strategia più corretta per risolvere insieme questo problema. Vengono proposti dei percorsi terapeutici personalizzati e, quando necessario, le modifiche allo stile di vita necessarie per fare in modo che il disturbo migliori in fretta e il beneficio sia duraturo. Sono convinto che la consapevolezza del paziente sia fondamentale per poter raggiungere insieme il nostro obiettivo.
Educazione ai meccanismi del dolore
Viviamo oggi un’epidemia di dolore cronico contro la quale i farmaci stanno mostrando sempre più la loro inefficacia. Abbiamo però a disposizione strumenti educativi semplici, ma estremamente efficaci, rivolti a potenziare i sistemi di autotrattamento naturali che ognuno ha a disposizione.
La Conoscenza è potere. La scienza del dolore più avanzata è stata resa accessibile e comprensibile a tutti.
Ai pazienti verranno rese fruibili le più recenti acquisizioni sui tessuti, i nervi, il cervello e sugli effetti dello stress sul dolore e il movimento.
Spiegare le moderne neuroscienze ai pazienti è una strategia evidence based (medicina basata sulle evidenze scientifiche) in grado di modificare i comportamenti legati a stress e dolore.
Spiegare il dolore è un processo a due vie – le presentazioni del dolore, le metafore e le storie, viste dalla prospettiva del paziente, richiedono un’analisi ragionata e sono cruciali per comprendere i meccanismi che mantengono il dolore o che lo esacerbano.
Abbiamo accumulato più conoscenze sul dolore negli ultimi 10 anni che nelle migliaia di anni precedenti, e siamo sempre più in grado di rispondere a domande sul “perché mi fa male così?” e “cosa posso farci?”.
Questa conoscenza si applica sia ai giovani che agli anziani, dalla lombalgia alla emiplegia, dai dolori generalizzati alle situazioni più complesse quali l’arto fantasma e le algodistrofie.
Decenni di ricerche e di esperienza clinica sono state ora sintetizzate in un ulteriore passo avanti della rivoluzione di Explain Pain – il Protectometro.
È un manuale per il paziente, che consente alla persona e al suo terapista di tracciare un percorso della loro esperienza di dolore, comprendere i tanti fattori che lo influenzano, e sviluppare una educazione terapeutica e un programma di trattamento su misura.
È una terapia che funziona – non ci sono effetti collaterali, è disponibile 24/24, consente miglioramenti continui e può essere condivisa con altri. Viviamo un periodo strabiliante per le neuroscienze, ma anche chi soffre ne deve essere partecipe