Manipolazione Fasciale significa spostare lo sguardo terapeutico dal trattamento della conseguenza a quello della causa.
In questi ultimi decenni, la scienza del dolore ha permesso di comprendere che la sede del dolore spesso ha poco o niente a che fare con un danno reale dei tessuti. La percezione del dolore è molto più complessa e proprio perché si parla di “percezione” sappiamo che in realtà è derivante da un insieme di stimoli diversi il cui risultato è il problema attuale.
Sempre più studi scientifici di qualità ci informano del fatto che alterazioni dei tessuti fisiologici come fessurazioni dei menischi, protrusioni e ernie discali, alterazioni tendinee, non sono necessariamente legate al dolore in quanto spesso si ritrovano anche in esami di persone completamente asintomatiche.
Visto questo presupposto, capita molto spesso che la persona prenda appuntamento e abbia già effettuato esami diagnostici che hanno rilevato delle alterazioni dei tessuti; spesso però un attento esame del tipo di dolore, del suo sviluppo e del suo comportamento possono far comprendere che le due cose hanno poco a che fare una con l’altra.
Molto spesso capita che ci sia un qualcosa che ha interferito con l’equilibrio corporeo in senso lato e abbia portato alla comparsa di un dolore in una sede che magari aveva già tensioni e rigidità di vecchia data.
L’equilibrio del corpo deve essere inquadrato secondo quello che viene chiamato modello Bio-Psico-sociale:
Una parte Bilogica è ovviamente fondamentale e in questo ritroviamo le strutture che possono essere alterate (Dischi, legamenti, tendini ecc..) e mandano segnali al cervello circa il proprio stato di salute. Questi segnali vengono immagazzinati dal cervello e vengono uniti a tutta un’altra serie di dati derivanti dal nostro ambiente interno.
L’ambiente interno si costituisce di segnali derivanti dagli organi vitali (portati al cervello dal Nervo vago, dai nervi Splancnici e dal Nervo Frenico oltre che dai Gangli del sistema nervoso Autonomo, di cui fa parte il sistema enterico anche chiamato “secondo cervello”) oltre che dai segnali derivanti dai nostri pensieri ed emozioni. Questi ultimi a loro volta sono influenzati dal nostro ambiente interno, ma anche da quello che abbiamo intorno a noi e alle informazioni che ci arrivano (decisamente troppe negli ultimi anni: si parla di INFODEMIA).
Ambiente Interno e Esterno creano quello che possiamo chiamare fattore Psico-sociale.
La Manipolazione Fasciale cerca di comprendere al meglio come questi 3 aspetti concorrano a creare il dolore focalizzandosi maggiormente sulla parte che può modificare meglio, cioè quella biologica attraverso il trattamento della Fascia Muscolare e dei suoi rapporti con quella Interna o Viscerale.
Chi studia questa metodica considera la fascia come direttore d’orchestra del movimento. La fascia è, infatti, la membrana in grado di coordinare tutte le variabili in gioco nell’atto motorio; tuttavia per molto tempo, questo suo ruolo è passato inosservato: l’unico motore dell’azione muscolare era considerato il sistema nervoso, valutazione che generava nella pratica clinica un’attenzione quasi esclusiva alle conseguenze, al dolore inteso come malattia, da aggirare attraverso l’uso di farmaci analgesici. La Manipolazione Fasciale, al contrario, accoglie il dolore e lo sfrutta per comprendere come agire sulla causa della disfunzione e indaga le associazioni tra diverse patologie del paziente, impostando un trattamento globale personalizzato che supera il dualismo apparato locomotore-organi interni e tende a riportare l’intero organismo al suo equilibrio fisiologico.